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Ti svegli tardi e con fatica? I ricercatori hanno scoperto il motivo

C'è una spiegazione scientifica dietro al comportamento più pigro legato al risveglio.

Per molte persone, la fase del risveglio è uno dei meccanismi più difficili da affrontare. Anche chi affronta una fase di sonno importante e completa, potrebbe avere un risveglio lento, con tanto di incapacità di mostrarsi reattivo. Tutto questo può finalmente essere spiegato grazie a uno studio italiano, che mostra come al mattino si possa essere meno lucidi rispetto alla sera. 

Andremo a scoprire quali sono le cause emerse da una ricerca condotta dal dipartimento di Psicologia della Sapienza e dell’Associazione Fatebenefratelli per la Ricerca (AFaR). Hanno partecipato allo studio anche i ricercatori delle Università dell’Aquila e di Bologna.

Che cosa si nasconde dietro a un risveglio difficile

Per la prima volta in assoluto, è stato confermato che quando una persona si sveglia, per almeno 5 minuti, la sua corteccia cerebrale ha un’attività elettrica in forte diminuzione. La frequenza va da 15 a 25 Hz, un livello che porta a parlare di stato di veglia vigile. Per i ricercatori questa fase specifica del risveglio è detta “inerzia del sonno”. Ogni persona sperimenta quindi un momento dato dalla percezione di essere svegli, e il profondo rallentamento sensoriale. Questo fenomeno avviene nelle aree posteriori del nostro cervello.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Neuroscience, conferma quindi che si verifica un comportamento più lento nelle zone cerebrali analizzate, e questo influenza il risveglio lento. Il coordinatore della ricerca, ha spiegato che per arrivare a questo punto ci sono voluti molti anni. Il processo ha preso il via dal controllo della fase di sonno e poi del risveglio. Il pensiero suggerito degli scienziati era chiaro: le aree cerebrali non possono essere capaci di svegliarsi e addormentarsi nello stesso momento. Questo perché non vi è un interruttore che comandi il cervello in modo completo e assoluto.

E da qui si è poi spiegata una serie di fenomeni che porta alla lentezza nel risveglio. E’ emersa, per esempio, una persistente funzione del cervello in determinate zone, in una persona che era già addormentata, ma mentalmente appariva sveglia. Oppure un comportamento tipico di un individuo che pur essendo in fase di risveglio, risulta ancora essere addormentato. Si tratta quindi di una fase di transizione.

Risveglio difficile: consigli per svegliarsi riposati

Non è questione di orario o di ore dormite. Se una persona vuole svegliarsi bene, lo deve fare in modo graduale e non veloce o improvviso. Il consiglio è quello di prevedere l’avvio di rumori, come una playlist musicale, circa 30 minuti prima del risveglio. Abituati anche a riposare sempre con tapparelle e scuri non troppo chiusi, per fare in modo che il tuo corpo rilevi l’arrivo della luce. E questo è un richiamo automatico per il risveglio.

Infine è bene anche darsi sempre un ritmo preciso che sia scandito nel tempo: cerca di abituarti a svegliarti e coricarti ogni giorno alla stessa ora. Il corpo così si abituerà automaticamente a un ritmo che ti porterà a svegliarti senza problematiche.

Chiaramente è preferibile non utilizzare caffeina in modo eccessivo, soprattutto la sera (questo comprende anche l’uso eccessivo di alcol). Potrebbero causare problemi non solo nel sonno, ma anche nel successivo risveglio.

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