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Farmacovigilanza: che cos’è e a che cosa serve

Si tratta di uno strumento molto utile per massimizzare la sicurezza verso l’uso dei medicinali che sono messi in vendita

Hai mai sentito parlare di farmacovigilanza e sai bene quali siano le tematiche e le fasi di controllo che prevede e offre? Non temere, sei nel posto giusto: spiegheremo in questo articolo che cosa si intende per farmacovigilanza, e soprattutto a quale normativa fa riferimento, senza tralasciare le figure professionali che se ne occupano.

Si tratta di uno strumento molto utile per massimizzare la sicurezza verso l’uso dei medicinali che sono messi in vendita. E’ composta da una serie di attività che servono per identificare, analizzare e prevenire che si verifichino dei problemi legati all’uso di medicinali. In questo modo si vuole aumentare il livello di protezione della popolazione rispetto ai farmaci acquistati. Gli obiettivi che vuole realizzare sono:

  • Identificare quali danni sono causati dopo l’assunzione di medicinali;
  • Prevenire che si manifestino questi problemi causati da un uso non conforme dei medicinali;
  • Evitare danni da reazioni avverse che derivano da errori terapeutici;
  • Incentivare all’utilizzo di farmaci efficaci e conformi per mantenere un alto livello di tutela.

Questi diversi step di sorveglianza del mercato italiano si attuano con la collaborazione di altri Stati, e si va anche a sorvegliare e regolamentare ogni operazione con norme e procedure che chiamano in causa ruoli ben definiti. A coordinare il sistema, disciplinato dal Decreto Legislativo 24 aprile 2006 n. 219, è l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) per incrementare la conoscenza e le informazioni relative ai farmaci per migliorarne l’uso.

Come funziona la farmacovigilanza

Nel nostro Paese questo sistema si affida alla Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNF) che permette di raccogliere e analizzare una serie di segnalazioni rispetto alle reazioni avverse. Queste segnalazioni possono essere fatte non solo dagli operatori sanitari o dai medici, ma anche dai liberi cittadini. Le strutture sanitarie, infatti, dispongono di figure professionali che sono responsabili di farmacovigilanza, che andranno a monitorare le segnalazioni e ogni anomalia presentata.

A livello europeo è prevista una banca dati operativa dal lontano 2001 che è gestita dall’EMA, Agenzia Europea dei Medicinali. Le segnalazioni saranno trasmesse direttamente all’EudraVigilance dalle autorità nazionali e dalle aziende farmaceutiche. Ma in che modo è possibile fare una segnalazione?

Collaborare per segnalare eventuali reazioni avverse

Mai come in questo caso si parla di comunità e condivisione: il sistema di farmacovigilanza è efficace proprio grazie alle continue notizie che aiuteranno a rilevare possibili problemi per tutelare la salute dei cittadini. Del resto anche sui foglietti illustrativi dei medicinali che troviamo in vendita in Italia è possibile segnalare la comparsa di qualsiasi tipo di uno o più effetti indesiderati che si manifestano quando è stato assunto un farmaco. Ovviamente qualora questa reazione non sia già stata inserita all’interno degli effetti collaterali. E’ molto importante quindi segnalare anomalie o reazioni per garantire un continuo monitoraggio e maggiore tutela.

 Una fitta rete di professionisti

Grazie alle ricerche sociali è possibile garantire un’evoluzione sicura del Paese. Per questo gli istituti di ricerca del mercato devono puntare a migliorare la sicurezza dei prodotti farmaceutici e di cittadini con l’aiuto di operatori sanitari e degli utenti stessi.

E’ quindi facile comprendere il motivo per cui è inserito un referente di farmacovigilanza per ogni Asl della Regione: il suo compito sarà quello di raccogliere, gestire e analizzare le problematiche spontanee che emergono in seguito alle reazioni sospette ai farmaci. Tutti i referenti vanno a formare una rete che ormai è composta da un numero di professionisti che va ben oltre i 300 responsabili presenti sul territorio.

E vista anche la tematica importante e delicata legata alla farmacovigilanza è giusto per noi italiani prenderci qualche merito in più: l’Italia è l’unico paese in Europa che pubblica i risultati e i dati legati alle segnalazioni spontanee.

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